Oggi è l’ultimo giorno del primo mese di un anno che avrà l’arduo compito di farci voltare pagina.
Ho scritto l’ultimo post di
questo blog durante il Primo Lockdown, in un momento storico durante il quale certi
fatti sulla pelle di ognuno di noi hanno costretto molti – me per primo – a
rivedere le proprie idee e le proprie prese di posizione. Ad oggi abbiamo avuto
una parentesi estiva di serenità, per poi ritrovarci vittime e carnefici di un
Secondo Lockdown.
Da domani torneremo “gialli”, e se
sarà l’ultima tonalità prima della pace ritrovata, o un nuovo indizio di
rossore imminente, non è ancora dato sapere. La mia modesta opinione è che non
smetteremo di fare i camaleonti per molto tempo ancora. Ma il giallo ci piace,
e anche se nel vestiario è il più bistrattato dei colori, diciamo che addosso,
oggi, ce lo facciamo piacere molto volentieri.
Qualche tempo fa ho pubblicato su
Facebook un post che dalle parti di questo blog non si è visto. Non c’è un
motivo reale, forse è parte di quel disincanto che nei mari più burrascosi non
ci fa vedere mai terra. In quel post raccontavo di come il 2020, nonostante
tutto, sia stato clemente con me e con la mia famiglia, e anzi mi abbia dato la
fortuna di vedere alcuni miei racconti, pubblicati poi in antologie cartacee, ricevere
giudizi positivi e addirittura menzioni speciali.
Ma ho preso anche sonore batoste,
e imparato molto sull’arte dello storytelling, una passione a cui sono legato
da sempre. Credo che, per uno come me che di questa passione vuole farci un
mestiere, rialzarsi dopo un giudizio negativo sia il miglior viatico per evitare
di perdersi definitivamente. E allora mi sono messo a studiare tutto ciò che
non andava nel mio modo di raccontare storie – non ho ancora smesso di farlo,
per la cronaca –, mi sono confrontato con aspiranti autori come me e ho avuto anche
la fortuna di incontrare un giovane docente universitario, autore di un’importante
opera fantasy, che quel sogno l’ha coronato.
È vero, ha massacrato l’incipit
di un mio racconto in una diretta su YouTube – una lezione di line editing,
per la precisione: una manna dal cielo che consiglio a tutti quelli che
vogliono imparare a scrivere bene –, ma così facendo mi ha dato la consapevolezza
di una verità con cui non mi ero ancora confrontato: e cioè che puoi avere una
fantasia innata, idee originali, puoi conoscere alla perfezione la lingua
italiana, ma saper raccontare è ben altro paio di maniche. Intrattenere
il lettore, coinvolgerlo fino al punto di farlo immergere nella tua
storia non è nel pacchetto di viveri che ti carichi in spalla, né è segnato
sulla mappa che ti danno alla partenza: devi trovare quella famosa “X” impegnandoti
e studiando, facendoti giudicare e massacrare tutti i santi incipit di questo
mondo. Perché quando scopri il tesoro, magari ti ritrovi a un passo dal
traguardo.
Il mio buongiorno al 2021 è nella
notizia che vi riporto in calce. È la storia di Rosario Esposito, che ha perseguito un sogno, e della sua casa editrice La Rossa, che di quel sogno è il frutto più bello. Rosario ha portato del bene nella sua comunità e non solo.
E nel farlo, ha attirato l'attenzione di Stephen King.
La magia dello scrivere è anche questo...
Alla prossima!
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