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Un umile inchino, un colpetto di tosse per schiarirmi la voce e via, cominciamo. Ecco quello che ho da dirvi.

domenica 16 giugno 2019

La panchina dei ricordi

Le persone con cui ho deciso di condividere La panchina dei ricordi si contano, come si dice, sulle dita di una mano. È più personale, capite, di ogni altra storia condivisa con voi finora; un racconto che a volte ho quasi paura a rileggere, come quando si tiene una fotografia particolarmente preziosa con la punta delle dita, per paura di sgualcirla o lasciarci sopra una macchia di unto. Poi però ho provato a immaginare la storia raccontata in un contesto che il più fedele e assiduo lettore di questo blog troverà familiare... ma non dico altro, per non rovinare il piacere (spero!) della lettura al restante novanta percento dei frequentatori del mio personalissimo e delirante spazio.

Sappiate, però, che il "racconto nel racconto" che troverete tra queste pagine è vero, mi è stato raccontato da uno dei protagonisti e ne ho tenuto in mano le prove. Leggendo, capirete di che si tratta. 

Con questo post si conclude, almeno per qualche tempo, la pubblicazione di racconti nel blog.
Sto lavorando a qualcosa di più grande, come accennavo qualche post fa, e non ho tempo da dedicare ad altre creature su carta perché già è complicato riuscire a trovarne per portare avanti la mia passione. Darei un braccio per poterne vivere al cento per cento, ma per ora rimane la passione con la P maiuscola da portare avanti ad ogni costo, e nient'altro. Magari la storia che sto scrivendo, e che conto di ultimare per l'estate, mi aiuterà a farmi conoscere e a rinsaldare ancor di più le basi del mio sogno di scrivere per vivere, o forse succederà la volta dopo. Chi lo sa. Per adesso vado dritto per la mia strada perché è la sola cosa da fare.

Come sempre vi ringrazio e vi aspetto qui, sulla pagina Facebook del blog o sulla mia personale.

Oppure alla porta di casa, con birra ghiacciata e buoni propositi.

Alla prossima!

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